Plastica: quanta ne mangiamo?
Nanoplastiche e microplastiche negli alimenti
L’università di Newcastle in Australia ha realizzato per il WWF uno studio sulle "microplastiche negli alimenti", ossia sulle microparticelle di plastica presenti in quello che mangiamo.
Ll biologo Silvio Greco nel suo libro "la plastica nel piatto" elenca una media globale settimanale di quello che assorbiamo:
- 1.769 particelle di plastica dall'acqua
- 182 particelle di plastica dai frutti di mare
- 10 particelle di plastica dalla birra
- 11 particelle di plastica dal sale
Il totale di tutte queste particelle di plastica equivale a 5gr ovvero in peso di una carta di credito! La causa dell'aumento di microplastiche e nanoplastiche negli alimenti va ritrovata nel fatto che dal 1950 la produzione di cibo è aumentata dei 200 volte e non si ferma, ai ritmi attuali nel 2030 si produrrà il 40% in più di plastica rispetto a oggi.
Come abbiamo visto l'acqua ha un ruolo cruciale nell’assorbimento delle microplastiche, ad esempio il sale di origine rocciosa rispetto al sale marino ha molte meno microparticelle proprio perché non è derivato dall’acqua.
Quando acquistiamo del cibo e dell'acqua nelle confezioni di plastica le temperature influiscono molto sul passaggio delle microplastiche sugli alimenti, purtroppo come dice il biologo Silvio Greco “il problema è che non c'è ancora un numero apprezzabile di studi sugli effetti di tutta questa plastica sulla salute”.
Quello che possiamo fare oggi è cercare di avere uno stile di vita sano, favorendo alimenti di origine controllata e fare almeno 3/4 la settimana attività fisica.
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